LA REPUBBLICA del 6 aprile 2011 

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Il dibattito giornalistico di questi ultimi giorni registra parole giudiziose contro l´animosità piazzaiola e i suoi eccessi retorici. Però bisognerebbe che queste premure arrivassero alle orecchie di una maggioranza parlamentare (non di piazza, dunque: di poltrona e di potere) che per la seconda volta vota in favore di una "verità" sconciamente falsa, controfirmando l´ipotesi che fossero davvero urgenze istituzionali quelle che hanno spinto il premier a telefonare a una Questura per tutelare "la nipote di Mubarak". È una posizione, questa, al tempo stesso tartufa ed estremista, ipocrita e violenta, che non tiene in alcun conto la tutela della verità, la dignità del Parlamento, il rispetto per gli elettori. C´è, evidentemente, un estremismo del potere che non contempla requie e ha, all´interno della maggioranza, nessun censore e zero calmieri. A tutti fa paura una piazza infurentita, e la radicalizzazione dello scontro tra italiani non sembra in grado di migliorare parole e pensieri dell´una come dell´altra parte. Ma, insomma: un voto come quello di ieri (non il primo) pesa o non pesa, nel computo delle parole e degli atti fuori posto, molte tonnellate più del più becero dei cortei? E se "indignazione" è una parola logora, e abusata, c´è qualcuno in grado di suggerirci, in presenza di porcherie come questa, un sinonimo meno retorico, e una postura più moderata? 

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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