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 il nuovo libro di Mario Tozzi e Federico Taddia, con le illustrazioni di Roberto Luciani

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Ci si scotta se si cammina su un geyser? La terraferma è davvero ferma? E perché alcune pietre sono preziose? Dai ghiacciai delle montagne più alte, giù giù fino al caldissimo centro della Terra, eccoci in un avventuroso viaggio alla scoperta di vulcani, terremoti, tsunami… È vero che le montagne possono crescere? Perché le isole non affondano? Da dove viene la sabbia? Tante domande curiose e impertinenti alla Testa Tosta Mario Tozzi, geologo innamorato del nostro pianeta. A intervistarlo per noi quel mattacchione di Federico Taddia.
 
Piccole teste, molto toste: le vostre! Grandi teste, altrettanto toste: quelle di donne e di uomini che dedicano la loro vita alla ricerca e al sapere. Da quest’incontro di cervelli nasce Teste Toste!
 
Autori e illustratore:
 
· Federico Taddia: gioca e lavora con bambini e ragazzi da più di dieci anni. Giornalista, scrittore e autore televisivo, ha condotto Screensaver su Rai3 e L’Altrolato su Radio2. Collabora ai testi per le trasmissioni di Fiorello e per il programma Ballarò (Rai3) ; conduce L’altra Europa su Radio24 e scrive su Topolino, La Stampa, Style Piccoli. È al fianco di Margherita Hack nel programma per ragazzi Big bang (DeaKids).
 
· Mario Tozzi: laureato in Scienze geologiche alla Sapienza (Roma), dal 1996 si occupa di divulgazione delle scienze geologiche, naturali e ambientali. Volto televisivo e voce radiofonica – sue le conduzioni di La Gaia Scienza (La7), Gaia. Il pianeta che vive (Rai3), Terzo Pianeta (Rai3) e Tellus (Radio2) -, è attivo anche sulla carta stampata grazie alle collaborazioni con National Geographic, Newton e Tuttoscienze – La Stampa.
 
· Roberto Luciani: da piccolo faceva gli scarabocchi sui libri e veniva sgridato. Oggi che è grande continua a farlo, ma nessuno gli dice nulla. Lavora nell’editoria per ragazzi dal 1978 ed è specializzato in pubblicazioni divulgative. Come autore di fumetti ha collaborato al Corriere dei Piccoli con le 400 tavole della saga di ZAP! e le storie di Zenzero.
 
Nella stessa collana: Perché le stelle non ci cadono in testa? (Federico Taddia e Margherita Hack) ; 
Perché siamo parenti delle galline? (Federico Taddia e Telmo Pievani). 

L’ESPRESSO del 29 settembre 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Salerno-Reggio, neutrini in codadi
 
Dopo aver scoperto che non esiste il tunnel tra la Svizzera e il Gran Sasso, la Gelmini si è detta ancora più orgogliosa: "Vuol dire che le particelle hanno ottenuto il loro fantastico record percorrendo impervie salite e pericolose discese" 
 
La scoperta italiana sulla velocità dei neutrini sta facendo discutere animatamente la comunità scientifica mondiale.
 
Verifiche. Saranno necessarie accurate verifiche, perché a causa dei ripetuti tagli governativi i ricercatori italiani hanno dovuto calcolare a mano la velocità dei neutrini, utilizzando dieci bloc-notes a quadretti, otto lapis e un temperamatite. "Abbiamo dovuto portarci da casa tutto l’occorrente, compresi i neutrini", recita un duro comunicato degli scienziati dell’Istituto nazionale per la fisica nucleare. Nella relazione finale si sottolinea il doppio risultato dell’esperimento: "Stabilire che la velocità dei neutrini è nettamente superiore a quella della luce, e che la nostra busta paga è nettamente inferiore a quella di un elettricista". Precedenti tentativi erano falliti perché la gigantesca fionda messa a disposizione da uno sponsor privato (il Cirque du Soleil) per lanciare i neutrini non poteva essere azionata da scienziati ormai indeboliti dagli stenti.
 
I retroscena. Emergono anche altri retroscena dello storico esperimento. Pare che l’obiettivo originario dei ricercatori del Gran Sasso fosse un altro: volevano verificare se, aggregati in enormi quantità, i neutrini fossero commestibili, per potersi finalmente sfamare. Secondo voci incontrollate un giovane stagista, introducendosi di nascosto nell’acceleratore di particelle, avrebbe tentato di trasformarlo in un enorme tostapane. La temperatura altissima e le urla degli altri ricercatori, eccitati dall’odore di carne arrostita, avrebbero spaventato i neutrini spingendoli alla fuga e permettendo loro di raggiungere la spettacolare velocità rilevata. Forte del suo successo, il Cern intende chiedere al governo italiano di poter estendere gli esperimenti dai neutrini ai tacchini, purché forniti dal ministero. La comunità scientifica internazionale dubita che i tacchini, pure se fortemente motivati, possano raggiungere la stessa velocità, ma conoscendo la situazione economica della ricerca italiana si è detta disposta a chiudere un occhio.
 
I dubbi. Pare che un esperimento identico, ma su un tracciato diverso, abbia dato risultati molto difformi da quelli del Cern. Sulla Salerno-Reggio Calabria i neutrini sarebbero rimasti incolonnati per ore, procedendo a una velocità media di poco inferiore a quella di una mucca. Anche i cinesi vantano il successo dei loro ricercatori, ma pare che la loro relazione presenti non poche zone d’ombra: sembra copiata parola per parola da quella italiana e parla di un esperimento effettuato in una località poco nota della Cina, detta Glan Sasso. La Confcommercio italiana denuncia, comunque, la qualità modesta e il prezzo bassissimo, due centesimi al quintale, dei neutrini cinesi. Punti sul vivo, anche i francesi vantano i risultati della loro ricerca. "Oltre il neutrino, oltre la particella più infinitesimale", dice il ministro della Ricerca scientifica, Guy de Bouillon, "noi sappiamo che esistono frontiere ancora inesplorate". Pare che gli scienziati stiano lavorando sulle esalazioni del camembert come possibile innesco della fissione nucleare.
 
Il ministro. In una visita al Gran Sasso, il ministro Gelmini ha chiesto di poter conoscere i neutrini protagonisti dell’esperimento, per scusarsi direttamente con loro della sua recente gaffe: credeva che Ginevra e il Gran Sasso fossero collegate da un tunnel. "Ho così involontariamente sottovalutato la fatica dei nostri neutrini", ha dichiarato il ministro, "che hanno ottenuto il loro fantastico record percorrendo anche salite impervie e discese pericolose". Il ministro ha proposto di superare le passate incomprensioni con il sorriso e di organizzare un nuovo passaggio dei neutrini, con il patrocinio del governo, sullo stesso tratto già percorso con successo, tra due ali di folla in festa e uno striscione tricolore all’arrivo. 

 

L’ESPRESSO del 7 luglio 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Povero Alberto, che nozze flop
 
Entrando in chiesa, il principe di Monaco non è stato riconosciuto nemmeno dalla sposa. Problemi anche per l’uniforme bianca con cui si è presentato: pare sia stata rubata a un tenore d’operetta boliviano
 
Alberto e Charlene di MonacoIl matrimonio tra Alberto di Monaco e la signora Charlene Sciancalepore (che tutti chiamano solo Charlene perché il cognome era stato tenuto rigorosamente nascosto) è stato l’evento meno seguito del 2011. Molto gravi le conseguenze per il Principato di Monaco e per l’industria del gossip.
 
Responsabilità. Il principe Alberto è l’imputato numero uno del clamoroso fiasco internazionale. Al suo ingresso in chiesa non è stato riconosciuto nemmeno dalla sposa e all’uscita è stato protagonista di un clamoroso inseguimento dei paparazzi, ma non è riuscito a raggiungerli. Molte polemiche anche per l’uniforme bianca, appartenuta a un tenore boliviano, star dell’operetta, che ne ha denunciato il furto.
 
Futuro incerto. In attesa di decidere che farne, il Principato è stato smontato e riposto in un magazzino del porto di Marsiglia. La Fondazione Buffalo Bill si è offerta di rilevare il tutto e di organizzare una serie di show nelle città di provincia americane, il favoloso "Marzipan Tour" che prevede un diorama di Atlantide, uno di Cartagine e una ricostruzione quasi completa, anche se in scala 1 a 2, del Principato di Monaco. Gli avvocati dei Ranieri stanno discutendo se accettare la riduzione in scala 1 a 2 dei membri della famiglia regnante.
 
Nemmeno il fidanzamento della principessa Stéphanie con un pescatore di frodo (i primi quattro mariti erano uno stunt-man, un ventriloquo, un maestro di ping-pong e il capitano della Nazionale di pallamano egiziana) è servito a rilanciare l’immagine del piccolo, antichissimo regno, che perfino le legioni romane evitavano come la peste a causa dei prezzi allucinanti.
 
Deficit pubblico. Il bilancio del Principato è sotto l’attento esame di Moody’s dopo la notizia della drastica riduzione dei finanziamenti pubblici per il circo, che costituiscono, da sempre, il principale cespite della famiglia Ranieri. Impressionanti i contraccolpi nella spensierata vita monegasca: perfino nei locali più chic è possibile consumare ostriche solo nascoste tra le cozze.
 
Formula Uno. Il celebre Gran Premio, che si snodava tra le strette curve di Montecarlo con alcuni spettacolari passaggi come "la curva del Coiffeur" (una chicane dentro un negozio di parrucchiere), è un lusso che il Principato non può più permettersi. I due unici rettilinei saranno venduti alla mafia russa come aree edificabili (il progetto prevede di costruirci boutiques per mafiosi russi) e la corsa, in formato molto ridotto, dovrà svolgersi all’interno di alcune case private messe a disposizione da appassionati mecenati e collegate tra loro. Molto richiesti i biglietti per assistere alla corsa seduti sui divani dei salotti dove passeranno i bolidi, ma ancora più richiesti i biglietti aerei per fuggire da Montecarlo nei giorni del Gran Premio.
 
Media. Il flop del matrimonio di Alberto e Charlene segna la fine di un’epoca. Come suggerisce Susan Ashton-Coleridge, la più raffinata e temuta cronista del jet-set, "forse i matrimoni regali hanno stracciato le palle". Si punta, dunque, su eventi di altro genere.
 
Per esempio, si parla molto delle imminenti nozze riparatrici tra Dominique Strauss-Kahn e la cameriera che lo accusa di stupro. Il contratto di matrimonio, molto chiacchierato, prevede che lui rifaccia i letti e passi l’aspirapolvere, che lei concorra alle primarie dei socialisti francesi e soprattutto che Bernard-Henri Lévy non scriva più una sola riga su di loro. Gli analisti considerano molto difficile che si arrivi a un accordo, perché almeno una delle tre ipotesi – la candidatura della signora alle primarie francesi – è del tutto inverosimile: sarebbe la prima volta che la gauche candida un povero all’Eliseo. 

L’ESPRESSO del 15 luglio 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
E Silvio pagò in Alfani di bronzo Tutto pur di non dare i 560 milioni alla Cir. I Berlusconi valutano le alternative: abolizione dell’euro oppure esilio in Brasile? Non si esclude il colpo di Stato. E nemmeno l’arrocco nella villa in Brianza
 
Come respingere l’ennesimo, inaudito attacco dei giudici comunisti? La famiglia Berlusconi sta studiando le possibili contromosse.
 
Etica. Prima di tutto sono state messe a fuoco le questioni di principio, che vanno anteposte a qualunque altra considerazione, e perfino agli interessi personali. Sul piano dei principi, pagare i 560 milioni di risarcimento alla Cir costituirebbe un gravissimo precedente: vorrebbe dire che anche per Berlusconi valgono le leggi di questo paese. Cioè – non so se vi rendete conto – che Berlusconi ha gli stessi doveri di un imbecille qualunque, come te che leggi questo articolo o io che lo sto scrivendo. Chiarito questo punto i Berlusconi hanno individuato una vasta gamma di strategie difensive.
 
Soluzione militare. E’ suggerita dalla figlia Marina, che ha partecipato alla riunione di famiglia indossando un’armatura medievale autentica, appena ritoccata dal suo chirurgo estetico che ha rinforzato la cotta toracica portandola dalla seconda alla quarta misura. Si tratta di fortificare Arcore e prepararsi a un lunghissimo assedio, con pentoloni di olio bollente ai davanzali e un lungo tunnel sotterraneo per i rifornimenti di cibo e di escort. I grossisti di carne suggeriscono di sperimentare, per la prima volta in Italia, le escort surgelate, da stivare in grandi freezer già complete di tubino nero, trucco e ciondolo con la farfallina: basta avere l’accortezza di lasciarle frollare un paio di giorni prima dell’uso.
 
Soluzione finanziaria. Abolire l’euro. Questo consentirebbe, oltre a trascurabili effetti minori come la cacciata dell’Italia dall’Europa, di dichiarare non esigibile qualsiasi somma in euro, compresa l’infame ammenda. Si tratterebbe poi di coniare una nuova moneta. Probabile l’introduzione del Silvio (valore leggermente superiore all’euro) con i suoi sottomultipli: il Piersilvio (che vale un decimo di Silvio) e altre monete spicciole come l’Alfano di bronzo, l’inconfondibile Bondo con il buco in mezzo e la minuscola Brunetta, così piccola che se cade per terra viene rapita dalle formiche e portata nella tana.
 
Soluzione politica interna. Costituzionalisti e giuristi vicini al premier hanno studiato tutte le vie percorribili per una soluzione politica che eviti alla famiglia Berlusconi di pagare i 560 milioni. E’ stato messo a punto un percorso complesso e delicato, formato da diverse fasi. Si tratterebbe di organizzare un colpo di Stato, sparare sulla folla, deporre Napolitano, arrestare gli oppositori, fucilare i membri del Csm, dichiarare il coprifuoco, abolire il Parlamento e, solo successivamente, una volta sistemati tutti i tasselli precedenti, apparire in televisione e dichiarare che non verrà pagato alcun risarcimento alla Cir.
 
Soluzione politica esterna. Ormai impraticabile l’esilio in Libia (troppo alto il rischio di essere bombardato dall’aviazione italiana), Berlusconi potrebbe chiedere asilo politico in Brasile, spiegando a Lula di essere vittima di una infame persecuzione politica, come Cesare Battisti, e di contare molti amici tra gli intellettuali francesi, tra i quali Sylvie Vartan. Per sembrare più credibile, Berlusconi si sta allenando a scrivere gialli, ma i primi tentativi sono deludenti: si capisce già dal primo paragrafo che il colpevole è il giudice comunista.
 
Soluzione psichiatrica. Per unanime convinzione è questa la più praticabile, quella che ha maggiori probabilità di successo. In diversi test, di fronte a psichiatri e criminologi di scuole differenti, i discorsi di Berlusconi sono stati giudicati "tipicamente paranoici, deliranti già nei presupposti, percorsi da megalomania deragliante, privi di qualunque connessione con la realtà". Ottime, dunque, le probabilità che il premier sia giudicato incapace di intendere e di volere e dispensato dal pagamento dei 560 milioni di euro. 

L’ESPRESSO del 21 luglio 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
La fa franca pure il cannibale
 
L’onorevole Sperticagna era accusato di tratta delle bianche, traffico di droga e omicidio. Ma non è bastato. Si salva anche Pecioni, corrotto e concusso: aveva versato una somma a se stesso per un appalto Alfonso Papa
 
Oltre ai casi Papa e Milanese, il Parlamento italiano dovrà pronunciarsi su numerose altre richieste di autorizzazione a procedere. Ecco le principali.
 
Onorevole Spiraglia. E’ accusato di avere costituito, a pochi passi da Montecitorio, un Parlamento clandestino, copia perfetta di quello originale con tanto di commessi, buvette, Transatlantico, nel quale la loggia segreta fondata dallo stesso Spiraglia legifera, distribuisce cariche pubbliche, nomina ministri, ospita scolaresche in visita. Imputato di cospirazione contro lo Stato, Spiraglia sostiene che il suo Parlamento è molto più efficiente di quello vero. La Giunta per le autorizzazioni sembra orientata a negare l’arresto perché quasi tutti i suoi membri fanno parte di entrambi i Parlamenti, quello vero e quello clandestino. Le polemiche sul doppio incarico vengono giudicate strumentali.
 
Senatore Di Mariulla. Salvo Di Mariulla è un anziano senatore del Pdl, molto somigliante a Vittorio De Sica, ricercato per truffa aggravata: pare, infatti, che non sia mai stato eletto, e da anni si finga senatore ritirando regolarmente lo stipendio. Fin dal primo giorno ha tratto in inganno i commessi grazie alla sicurezza con la quale si presenta a Palazzo Madama, alle cravatte ricercate e alla familiarità che dimostra con gli altri senatori. In una recente intervista ha ammesso di non essere senatore, ma di essersi via via affezionato all’ambiente. Il Parlamento ha deciso di negare l’autorizzazione all’arresto per truffa aggravata a causa del chiaro intento intimidatorio contro Di Mariulla, divenuto nel frattempo presidente della commissione Bilancio.
 
Onorevole Udinì. Gianni Udinì (ex Idv poi Pd, Responsabili, Futuro e Libertà, Pdl, Volkspartei, Verdi tedeschi, Juventus) è ricercato dall’Interpol dopo una rocambolesca evasione dal carcere di Algeri: ha costruito un cannone con la pentola del rancio e si è fatto sparare da un complice oltre il muro di cinta. E’ accusato di bisca clandestina, esercizio abusivo della professione circense, truffa, bigamia e falsa identità. La Giunta ha negato l’arresto per difetto di forma: nessuna delle fotografie sui nove passaporti dell’onorevole Udinì gli assomiglia. Ricevendo i giornalisti nel suo ufficio di Montecitorio, vestito da acrobata, l’onorevole si è esibito nello spettacolare numero che lo ha reso popolarissimo tra i colleghi: dopo una breve rincorsa, attraversa con un doppio salto morale una densa coltre di fumus persecutionis.
 
Onorevole Sperticagna. Aurelio Sperticagna, del gruppo dei Responsabili, è accusato di omicidio, tratta delle bianche, traffico di droga, rapina, banda armata e cannibalismo. Di fronte alla gravità inaudita delle imputazioni e all’impressionante mole di documenti e di prove prodotti dagli inquirenti (tra i quali due teste mozze), la Giunta si è detta impossibilitata a esprimersi e ha dunque negato l’arresto.
 
Onorevole Pecioni. Gaspare Pecioni è accusato contemporaneamente di corruzione e concussione, avendo versato una forte somma a se stesso per agevolare un appalto. Il caso è un unicum nella giurisprudenza mondiale. Gli stessi inquirenti hanno chiesto alla Giunta di non concedere l’arresto e di destinare Pecioni alle Facoltà di Legge di tutta Europa come oggetto di studio.
 
Carmine. Secondo una leggenda risalente ai tempi del Regno, tra i banchi del Parlamento si nasconderebbe, legislatura dopo legislatura, il bandito Santo Carmine, alla macchia dal 1905. A Palazzo Madama c’è chi giura di averlo visto, con il suo asino, aggirarsi tra i banchi dell’aula durante la notte, nutrendosi degli avanzi di cibo lasciati dai senatori. Si tratta, quasi certamente, solo di una suggestiva leggenda, ma la Giunta per le autorizzazioni ha comunque deciso di negare preventivamente ogni eventuale richiesta di arresto per non privare le istituzioni di una presenza così caratteristica. 

L’ESPRESSO del 1 luglio 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
I nonni del rock non mollano mai Vasco Rossi si ritira? E perché se Mick Jagger e Paul McCartney impazzano? Per non parlare di altre stelle. Come Jeremy Kapinski, famoso per aver mangiato piccioni crudi al raduno di Choopanooga
 
Vasco RossiL’annunciato ritiro di Vasco Rossi ha colto di sorpresa il mondo del rock: Vasco, sessant’anni il prossimo febbraio, è infatti il più giovane tra i rocker in attività. Il suo prematuro abbandono delle scene ha colto di sorpresa i colleghi.
 
Mick Jagger. Sessantotto anni compiuti (ma altri cinque li ha riscattati versando contributi volontari all’anagrafe), il leader degli Stones sta per lanciare il disco numero cento di una straordinaria carriera: una nuova versione di Satisfaction con la Royal Simphony Orchestra registrata alla Royal Albert Hall. Pur essendo una riesecuzione del brano originale, dura trentadue minuti: la maggiore durata dipende dal ritmo molto rallentato del batterista Charlie Watts. Per gli Stones ritrovarsi è sempre un piacere, anche se si riconoscono con qualche difficoltà e devono essere presentati l’uno all’altro dai collaboratori. La critica musicale ha definito "mitica" la nuova versione di Satisfaction e "mitica" l’interpretazione di Jagger.
 
Paul McCartney. Ha appena registrato un memorabile concerto alla Royal Albert Hall, accompagnato dalla Royal Symphony Orchestra. Ha eseguito una versione ancora più acustica dei suoi vecchi brani acustici, spiazzando la critica che si aspettava una versione un po’ meno acustica dei vecchi brani acustici. Grande sorpresa anche per lo spostamento della posizione in scaletta di Yesterday, non più quarta ma sesta: una decisione che sta facendo molto discutere i suoi fan. La critica ha comunque definito "mitico" il concerto, salutando in Paul "il più mitico tra i miti del rock".
 
Jeremy Kapinsky. Detto "l’urlo di Satana", il cantante dei Morturia a ottant’anni suonati dispone di una potenza vocale così straordinaria che nei ristoranti il maitre lo prega di scrivere le ordinazioni su un bigliettino per non spaventare gli altri clienti. Jeremy non mangia più i piccioni vivi come fece nel mitico raduno di Choopanooga, mandando in delirio quattrocentomila ragazzi. Ma è pur sempre in grado, come è accaduto alla Royal Albert Hall, di staccare un orecchio con un morso a un trombettista della Royal Symphony Orchestra. Nella sua autobiografia, con un grande atto di onestà intellettuale, confessa di non avere mai fatto uso di droghe, chiedendo scusa ai suoi fan. "Solo qualche abuso di bicarbonato dopo i concerti, per digerire i piccioni". Secondo la rivista "Hei Kids!", che è la Bibbia del rock, Jeremy Kapinsky è "uno dei personaggi più mitici che abbiano mai calcato le scene".
 
Big Tooga Mustle. Questo vero e proprio mito del blues porta ancora in giro i suoi centottanta chili per tutta l’America. "No, non avverto i miei novant’anni – ha detto Big Tooga a un giornalista di "Pop & Freaks", considerato la vera Bibbia del rock – forse perché mi sentivo una chiavica anche a venti". Accompagnandosi solo con una piccola chitarra di poco prezzo ("Little cheap guitar" è il suo brano più celebre), canta le sofferenze dei suoi fratelli neri nelle piantagioni di cotone. Per non turbare la sua grande sensibilità, il suo manager di sempre, Bill Tricky, gli ha tenuto nascosto l’esito delle Guerra di Secessione e l’abolizione della schiavitù. Il suo unico cruccio è non avere mai suonato alla Royal Albert Hall, ma forse verrà raggiunto in Louisiana dalla Royal Symphony Orchestra per eseguire "Little cheap guitar" accompagnato da centoventi elementi. Non ce n’è alcuna ragione e l’orchestra renderebbe inintellegibile la flebile voce di Big Tooga, ma la critica ha già definito l’evento "un incontro mitico tra due miti".
 
Wallace O’Hara. Il più grande folk-singer di tutti i tempi, che fu maestro di Bob Dylan e prima di lui di Woody Guthrie, scrive ancora le sue malinconiche ballate, i cui testi sono studiati in molte università per l’amara, intensa vena poetica. Nella sua ultima canzone scrive: "Vorrei andarmene prima che la notte sia troppo scura / E prima che qualche stronzo mi definisca "mitico" / Non avevi inventato i sinonimi, Signore? / E allora, perché ce li hai levati?". 

L’ESPRESSO del 26 maggio 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Dopo i rom, il terrore svizzero Quelli del Pdl non sanno più come spaventare l’elettorato che li sta abbandonando. Visto che agitare lo spauracchio degli zingari e degli islamici non ha funzionato, presto se la prenderanno con i produttori di orologi a cucù e con i Testimoni di Geova La paura dei comunisti, degli zingari, degli arabi e dei gay non garantisce più il rendimento politico di una volta. Gli esperti di Lega e Pdl, molto preoccupati, stanno mettendo a punto nuovi tipi di fobia per rilanciare le sorti del governo.
 
Svizzeri. Basta vedere una volta nella vita un orologio a cucù per capire che gli svizzeri sono una minaccia per l’umanità. La loro estrema vicinanza ai nostri confini è di per sé un inaccettabile vulnus. I sindaci lumbard propongono da anni, inutilmente, uno spostamento della Svizzera più a nord. I geografi della Lega, mappe alla mano, sostengono che, con qualche ritocco, è possibile una perfetta sovrapposizione della Svizzera al Belgio. Il pericolo elvetico è tornato recentemente alla ribalta dopo il naufragio, sul Ticino, di un barcone carico di svizzeri. Terribile lo spettacolo che si è presentato ai soccorritori: sul fiume galleggiavano centinaia di carte di credito, coniglietti di cioccolata e diverse mele trafitte da una freccia. L’inchiesta ha stabilito che il barcone, sponsorizzato dalla Emmenthal, era pieno di buchi.
 
Donne. Nel documento "Chi dice donna dice danno", la Lega rilancia con forza la grande questione della presenza femminile in Italia, giunta ormai, nel silenzio generale, all’impressionante percentuale del 50 per cento della popolazione. "Sono cifre spaventose", spiega il ministro Calderoli, "che attentano alla virilità del nostro popolo. Un Paese nel quale metà delle persone porta le scarpe con i tacchi e usa il rossetto è destinato a diventare un paese di froci". Nell’impossibilità materiale di espellere le donne dall’Italia, la Lega propone di ammassarle in centri di accoglienza e rieducazione, dove imparino a ruttare, pulirsi le unghie con la forchetta e parcheggiare una macchina senza ammaccarne altre tre.
 
Azerbaigiani. Incarnano alla perfezione tutti gli elementi che alimentano la xenofobia. Sono musulmani, vengono dall’Est, spaventano le vecchiette a causa del turbante, saturano la tromba delle scale di vapori mefitici facendo bollire carne di capra. L’unico problema è che non esiste immigrazione azera: l’unico azero presente in Italia fa il direttore di banca ed è molto benvoluto dalla clientela. Per rimediare, il governo ha in programma l’immissione forzata di 5 mila azerbaigiani, tutti nel caratteristico costume nazionale e tutti mulinando una scimitarra, in modo da renderne evidente l’aggressività.
 
Testimoni di Geova. Per scongiurare la piaga della scampanellata di primo mattino, Calderoli propone l’introduzione di campanelli e citofoni elettrificati. Purtroppo non sono ancora disponibili sul mercato campanelli selettivi, che diano la scossa solo ai testimoni di Geova ed evitino di folgorare parenti e amici. L’ala dura della Lega sostiene che anche parenti e amici devono imparare a starsene fuori dalle balle. "Basta con questa storia che tutti devono andare a casa di tutti", dice il sindaco leghista di Malmenate (Varese), che ha investito l’intero bilancio comunale in un centro di addestramento per dobermann ed è famoso per essere riuscito a trasformare il suo baio, ex trottatore, in un cavallo da guardia, in grado di abbaiare e azzannare il postino.
 
Formiche. Vi rendete conto di quanti miliardi di formiche attentano alle nostre tradizioni? Un’intera partita di polenta taragna, destinata a sfamare un raduno di guardie padane in Val Roncola, è stata divorata dalle formiche. "E’ ora di chiedersi da dove vengono tutte queste formiche", ha dichiarato Umberto Bossi, che ha affidato a un comitato scientifico il compito di stabilire l’origine dell’invasione. La grande disciplina delle formiche tende a escludere la loro origine meridionale, e fa piuttosto propendere per la matrice comunista: l’ambasciatore cinese e quello cubano sono stati convocati d’urgenza dal nostro governo. Polemiche per la continua fuga delle formiche dalla tendopoli di Gallarate, dove erano state stipate. Grandi difficoltà anche per identificarle una per una. 

L’ESPRESSO del 3 giugno 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Un consiglio: ricominci dal porno Lanciare proclami contro Santoro e i giornali non serve più. Perciò il Cavaliere potrebbe tornare ai suoi grandi classici: tipo mandare in tv una mulatta nuda in manette per lanciare appelli sui valori della famiglia Come recuperare popolarità e smalto mediatico? Silvio Berlusconi sta approntando le sue nuove strategie.
 
Internet. Il premier ha chiesto notizie su questo nuovo mezzo di comunicazione del quale ha tanto sentito parlare negli ultimi tempi. La sua intenzione sarebbe comperare il Web e affidarne la conduzione alle sorelle Carlucci, ma gli hanno spiegato che non è possibile. Anche il suo tentativo di controllare i palinsesti e nominare Augusto Minzolini direttore delle trecentododici milioni di pagine Facebook esistenti nel mondo è ritenuto irrealistico. Più fattibile l’idea di aggiornare il suo sito personale, con l’accattivante indirizzo www.silvioberlusconi.it, affidandone la conduzione a Red Ronnie, che è l’intellettuale del Pdl più aggiornato sulle nuove tecnologie: ha spiegato a Berlusconi il significato di "on" e "off".
 
Televisione. Sotto accusa la programmazione Mediaset, che sembra ferma agli anni Ottanta, con i colori pacchiani, le tette, i telefilm di terza mano, Paperissima che rimanda in onda le cadute dal seggiolone di bambini oggi quarantenni e vecchissimi incidenti sugli sci provocati dagli scarponi ancora con i lacci. Preoccupa anche il recente intervento alla prostata del Gabibbo. In particolari fasce orarie, agli angoli dei teleschermi sintonizzati su Mediaset pare siano nettamente distinguibili delle ragnatele. I creativi di Cologno Monzese hanno proposto di aumentare il numero delle tette, suscitando la reazione stizzita delle donne Mediaset: "Più di due a testa non ne abbiamo". Per ringiovanire le sue reti, Berlusconi ha in animo di sostituire il figlio Piersilvio con il nipotino Pierpiersilvio, che compirà due anni a giugno ma in Mediaset è atteso con qualche apprensione perché si teme abbia eccessive pretese culturali: sta imparando a parlare e conosce già una decina di frasi di senso compiuto.
 
Radio. Per la radio il premier ha una vecchia diffidenza, perché se una conduttrice mostra le tette le può vedere solo il tecnico in studio. Ma con qualche accorgimento, anche la radio può diventare compatibile con il berlusconismo: basta coprire il microfono con una calza di seta per ammorbidire la voce.
 
Porta a Porta. La vecchia propaganda porta a porta ha il valore aggiunto del calore umano. Berlusconi farà visita a un centinaio di famiglie-campione, suonando al campanello, sorridendo nello spioncino e dicendo "Sorpresa! Sono Silvio Berlusconi!". Il suo staff ha già individuato cento appartamenti disabitati da quindici anni per effettuare la prima tappa del tour.
 
Porno. Berlusconi ha saputo che, nella contrazione complessiva del pubblico televisivo, fanno eccezione i canali porno. Logico, dunque, sfruttare al meglio questo medium. Due le strategie possibili. La prima: il premier entra in campo all’improvviso nelle scene più movimentate, in giacca e cravatta per non turbare il pubblico cattolico, interrompe bonariamente la copula in corso, libera dalle manette la mulatta, si siede sul letto sorridente e rivolge un appello ai valori della famiglia. La seconda: Berlusconi, per non dare l’idea di voler tenere le distanze dai sentimenti popolari, partecipa attivamente alla scena, ammanetta la mulatta, lascia sul comodino un rotolo di banconote, si riveste in giacca e cravatta e rivolge un appello ai valori della famiglia. Per coinvolgere anche l’elettorato di sinistra, si sta sondando la disponibilità di Strauss-Kahn, che però ha chiesto un set troppo costoso, e con una clausola ("Ambiente molto elegante") che ha messo in difficoltà gli studios di Cologno Monzese.
 
Volantinaggio. Il vecchio volantinaggio, specie se effettuato sorvolando in biplano le principali città italiane, ha ancora la sua suggestione. Berlusconi intende lanciare personalmente sui principali centri storici milioni di sue fotografie sorridenti, con la didascalia "Incontra un amico: Silvio Berlusconi". "Il vero problema", ha confidato il premier ai collaboratori, "è che la gente non mi conosce abbastanza". 
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