L’ESPRESSO del 24 giugno 2011 

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Al ministero con il tricorno
 
La Lega si riposiziona. In cima ai suoi obiettivi c’è il trasferimento a Monza di una sede delle Poste. I 15 mila nuovi assunti avranno anche una partita Iva. Mentre la flotta padana bloccherà le barche dei clandestini Umberto Bossi a Pontida La Lega, il primo partito né di lotta né di governo della storia, sta discutendo sul suo futuro. Obiettivi. Bossi è in dubbio tra due possibilità: una guerra di Secessione per costituire uno Stato indipendente o, in alternativa, lo spostamento a Monza di un distaccamento del ministero delle Poste. Allo studio anche una terza soluzione, sintesi delle prime due: una guerra di Secessione per spostare a Monza una sede del ministero delle Poste. In tutti i casi, la premiership dell’amico Berlusconi non è in discussione: o gli verrà affidato il comando generale dell’Esercito padano, con il tricorno in testa, o la presidenza onoraria dell’ufficio postale di Monza.
 
Confini. Bossi è incerto sui confini del nuovo Stato. Secondo il vecchio progetto di Miglio la Padania va dalla Baviera alla Toscana. Ma le incomprensibili resistenze dei bavaresi e dei toscani suggeriscono a Bossi di valutare anche la possibilità di una città-Stato nel centro di Monza, sul modello del Vaticano, che mantenga rapporti amichevoli con il resto della città a patto che venga spostato al suo interno almeno un ufficio postale. Il rapporto con Berlusconi resterà solido grazie al suo acquisto della Villa Reale di Monza.
 
Armamenti. Clave, forconi e elmi cornuti sono solo folklore e hanno fatto il loro tempo. L’Esercito padano sarà dotato di armamenti moderni, come le clave a frammentazione della Beretta, che quando colpiscono il cranio del nemico esplodono in centinaia di schegge pericolosissime, e i forconi laser, già sperimentati nel Lodigiano per muovere le balle di fieno a distanza. L’elmo cornuto rimarrà invece in dotazione per onorare un vecchio contratto con Cinecittà. Il Grande Elmo di Bronzo già appartenuto al re goto Rutibaldo, pesante trenta chili e tempestato di ghiande, verrà offerto in dono all’amico Berlusconi per inaugurare il nuovo ufficio postale di Monza liberata.
 
Economia. Le assunzioni nei nuovi distaccamenti postali del Nord basterebbero a risollevare l’economia padana? Secondo uno studio della Fondazione Mastella, sì, a patto che nel solo ufficio postale di Monza vengano assunti 15 mila addetti allo sportello, seguendo un modello virtuoso già sperimentato a Ceppaloni. Secondo Giulio Tremonti, che ha partecipato all’ultima riunione degli economisti del Carroccio legato e imbavagliato, gli impieghi pubblici da soli non bastano: bisogna che ognuno dei nuovi assunti abbia una partita Iva, e che gli stipendi dei 15 mila nuovi imprenditori postali vengano pagati dall’amico Berlusconi, dandogli così l’opportunità di mantenere la sua premiership.
 
Immigrazione. L’ipotesi del blocco navale, con arrembaggio alle barche dei clandestini, non convince. In una prova simulata al largo di Lampedusa, i rampini lanciati verso le navi nemiche sono stati trattenuti dai migranti tunisini e rivenduti a caro prezzo al mercatino antiquario di Malta. Inefficaci anche le pesanti palle di cannone, che rimbalzano sui gommoni e finiscono in mare quando va bene, e tornano al mittente quando va male. Il Corsaro Verde (al secolo Christian Poderanza, un militante leghista già animatore del Carnevale di Codogno) si è dimesso dall’incarico di Grande Ammiraglio e ha chiesto di essere assunto nel nuovo ufficio postale di Monza, promettendo di levarsi la benda nera all’occhio per non spaventare i clienti. Il suo incarico a capo della flotta padana verrà offerto, in segno di amicizia, a Berlusconi, per altro già proprietario dei dodici galeoni usati per la simulazione.
 
Zingari. La questione degli zingari non ha potuto essere affrontata dallo stato maggiore della Lega perché la ventiquattrore contenente il documento introduttivo, stilato da Calderoli, è stata rubata a un semaforo da una dodicenne Rom, che l’ha rivenduta via Internet a un giornale satirico. Per non lasciare irrisolto lo spinoso problema, è stato deciso di affidarne la soluzione all’amico Berlusconi, la cui leadership non è in discussione. 

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