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LA REPUBBLICA del 5 febbraio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Muoversi, spostarsi continuamente, viaggiare è una facoltà. Un vantaggio dei tempi. Ma non è un diritto. Non c´è tecnologia, organizzazione sociale, governo illuminato che possano garantire a tutti, sempre, comunque la possibilità di attraversare una città o una regione o un paese. I mari in tempesta, la neve e il ghiaccio, le avversità naturali e climatiche limitano la nostra libertà di movimento. Nelle lamentele e nelle polemiche di questi giorni c´è una parte di ragione: se una città si paralizza perché nessuno ha pensato a spargere il sale nelle strade, siamo di fronte a un´omissione evitabile. Ma c´è un sovrappiù di ira e di stizza che discendono dall´illusione che tutto sia diventato facile, disponibile, agevole, così che al primo ostacolo cominciamo a inveire contro il governo ladro o il sindaco scemo o la Protezione civile inetta. Ma un viaggio, se si è in carne e ossa e ci si muove in un paese dai contorni reali, non è una applicazione del palmare. Non si risolve in un "on" e "off". Non è garantito per contratto. Capita di doversi fermare, anche contro la propria volontà. Capita di non essere onnipotenti e onnipresenti. 

LA REPUBBLICA del 8 marzo 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Che palle (scusate la franchezza) l´interminabile e purtroppo interminato rosario di film e fiction tivù italiani sul crimine, i criminali, le bande criminali, le storie criminali, le vite criminali… con quei promo tutti uguali, primi piani di bei ceffi tenebrosi o sarcastici che minacciano o irridono, e il sibilo delle pallottole, i tonfi dei corpi, le macchine che inchiodano, le portiere che sbattono, le banconote che frusciano, le righe di cocaina e la recitazione sempre sopra le righe. Li si confonde tutti, ormai, perché la moda è moda, ripetizione pigra e modulare di idee un tempo inedite e oggi dozzinali, così che dopo Gomorra sono arrivati i similGomorra e i viceGomorra, e dopo la banda della Magliana qualunque assembramento di giovani farabutti di cui resti traccia negli archivi dei giornali, anche di provincia, diventa "un´epopea del crimine". A furia di promuovere tutti quei banali giovani maschi feroci, e vecchi maschi avidi, a "supereroe del crimine", c´è chi teme il cattivo esempio. Non so se davvero l´emulazione sia un problema. Ma francamente, nel dubbio, il primo che fa un film dove il criminale è solo un poco invidiabile stronzo, lo propongo per l´Oscar. 

LA REPUBBLICA del 9 marzo 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Naturalmente il ministro Riccardi, per responsabilità di ruolo, deve rimangiarsi la frase su quanto è schifosa la politica quando è giochino di bottega, ricatto, sotterfugio ipocrita per non svelare i propri veri scopi. Ma quel giudizio, per quanto ruvido, esprime un sentimento diffuso, e ahimè ampiamente giustificato da quello che la politica dei partiti è stata, in larga misura, negli ultimi anni. Che un giudizio del genere non provenga da un qualunquista da bar, o da un grillino di passaggio, ma dal ministro di un governo che di politica (giusta o sbagliata che sia) ne fa a tonnellate, nonché da una persona impegnata nel sociale come dieci leader di partito messi assieme, è cosa che non può non mandare in bestia i mandarini del Pdl, che vedono il proprio potere usurpato dal "governo tecnico" e il proprio patrimonio di voti scemare di giorno in giorno. La novità che rende affascinante, incerto, decisamente inedito il panorama politico italiano è proprio questa: fuori dai partiti non c´è solo l´antipolitica, come è stato molto comodo dire negli ultimi anni. Fuori dai partiti c´è anche molta politica, e in questo momento, addirittura, c´è il governo. I partiti cominciano a capirlo, e per questo diventano ogni giorno più nervosi. Nel caso del Pdl, più aggressivi. 

LA REPUBBLICA del 8 febbraio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
"In un Paese normale dopo un fatto del genere ci si ritirerebbe a vita privata", dice Ignazio Marino a proposito del senatore Luigi Lusi. Il concetto parrebbe ovvio, ma ovvio non è. Accusato di avere fatto sparire la bellezza di 13 milioni dalle casse del suo partito (Margherita, poi Pd), Lusi non solo non si è ritirato a vita privata, ma occupa la vita pubblica con il piglio del protagonista, passandosela da capro espiatorio, da vittima predestinata, da "mostro che fa comodo a molti", in un crescendo sibillino e confuso di dichiarazioni e confidenze che tutto spiegano, tranne perché diavolo si sia appropriato di quattrini non suoi. Si capisce che Lusi, colpito da accuse tanto gravi, possa avere perduto lucidità, e cerchi di difendersi con tutte le sue forze. Ma si capisce, anche, quanto sia mutato, negli ultimi anni, il clima psicologico e culturale che circonda questo genere di reati. Un tempo erano una macchia infamante sull´onore del politico: bastava un avviso di garanzia per sentirsi fuori dai giochi. Oggi è come se questi maneggi disinvolti di denaro pubblico fossero parte integrante della lotta politica e dunque materia di dibattito, di distinguo, di contrattacchi polemici, in un guazzabuglio etico e perfino normativo che descrive spietatamente la progressiva perdita di senso del lecito e dell´illecito. 

LA REPUBBLICA del 10 marzo 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Fossi leghista quello che davvero mi brucerebbe, leggendo i giornali, è vedere che l´affaire Boni viene raccontato come una specie di sub-concessione all´ombra del sistema di potere formigoniano. Neanche il "lusso", l´estro, la fantasia di uno scandalo autonomo, inedito, di nuovo conio, che si confaccia a un partito nato contro tutti gli altri partiti, nel nome di una "diversità" talmente radicale da spacciarsi addirittura per anti-italiana. Macché: uno scandalo di imitazione, lo scandalo gregario di un partito gregario, con un odore muffito di vecchio potere, di partitocrazia, di lottizzazione degli appalti, dei favori, delle entrature. La Lega, di questo passo, rischia di non avere neanche il privilegio di collassare da sé sola, per ragioni in qualche modo "storiche" come la fine di ogni sogno di secessione. Collasserà all´ombra dei palazzi altrui, della rovina altrui, e così come il mondo intero, quando è finito il governo di Roma, parlò della caduta di Berlusconi, non certo di quella di Bossi, l´Italia intera, quando finirà il vecchio potere alla Regione Lombardia, parlerà della caduta di Formigoni, non certo di quella di Davide Boni. 

LA REPUBBLICA del 6 gennaio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Calderoli che critica Mario Monti per la sua condotta a Palazzo Chigi riporta implacabilmente al vecchio detto "raglio d´asino non sale al cielo". Palazzo Chigi, oltre che sede della presidenza del Consiglio, è residenza privata del capo del governo in carica. Che quest´ultimo ci dorma, ci faccia la doccia e ci mangi, anche ospitando (per giunta a spese proprie) chi gli aggrada, è dunque la più lecita delle cose. Formidabile, poi, è che Calderoli e i suoi osino accusare Monti di uso privato della cosa pubblica essendo loro per primi ampiamente colpevoli proprio di quel misfatto. A spese dei contribuenti hanno fatto aprire a Monza un ridicolo pseudo-distaccamento ministeriale usandolo, in sostanza, come una sede di partito: se ne è occupata anche la magistratura. La mancanza di stile (istituzionale e personale) dei capoccia leghisti è così conclamata che promette di finire sulle antologie. Scelgano altri terreni, dunque, sui quali attaccare Monti, che per il generale sollievo degli italiani (anche di chi ne osteggia le scelte politiche) è un signore, e succede a un governo ampiamente popolato da cafoni e vice-cafoni. Di quel governo Berlusconi era l´anima, la Lega il dito medio. 

LA REPUBBLICA del 27 gennaio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Neppure il tradizionale caos che regna a sinistra, con la perenne lite tra le sue dieci o venti componenti, può mettere in ombra l’orrendo spettacolo offerto del centrodestra.
Con una clamorosa aggravante: che a destra gli attori sono solamente due, Pdl e Lega, Berlusconi e Bossi. Ma pur potendo contare su un cast così risicato, l’ex maggioranza riesce a mettere in campo l’intera gamma delle ambiguità, delle ipocrisie, del colpo basso e del fratricidio. Bossi che sbaciucchia Berlusconi e dieci minuti dopo gli dà della "mezza cartuccia", Berlusconi che appoggia Monti mentre i suoi giornali gli danno dello strozzino, Bossi che pretende la testa di Monti servita su un vassoio e usa Formigoni come scudo umano, Maroni ridotto a muto mamozio sotto il palco di Bossi che grida le sue cosacce fuori sincrono (come Ghezzi alle tre di notte su Raitre), il sindaco di Adro – un burino mai visto, mi si perdoni l’eufemismo – che insolentisce il capo dello Stato, mezzo Pdl che sorride a Monti (la destra decente: un’apparizione imprevista!) e l’altro mezzo che medita di fargli le scarpe… Esiste ancora una destra, in Italia? Cosa pensa? In cosa crede? Che programmi ha? Dopo anni che facciamo queste domande (inutilmente) alla sinistra, possiamo concederci una breve pausa di ricreazione.
 
 

LA REPUBBLICA del 15 dicembre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Ma i deputati leghisti che sbraitano in Parlamento contro la manovra del governo, e se la passano da Paladini del Popolo, sono gli stessi deputati leghisti che fino a venti giorni fa hanno votato senza fiatare qualunque porcata, qualunque legge che tutelasse l´impunità e i profitti del loro alleato miliardario, e negli ultimi anni hanno permesso che la pressione fiscale aumentasse, gli enti locali si impoverissero, i servizi sociali diminuissero? Ma sì, certo che sono gli stessi. Imbarazzanti nel ruolo di alleati di ferro dell´uomo più ricco d´Italia, imbarazzanti nella rinnovata veste di rivoltosi a scoppio ritardato e di secessionisti rifatti. Di tutti i partiti si può dire, con qualche forzatura malevola, che hanno per scopo la propria conservazione. Ma per la Lega questa è una verità al cubo: nell´affastellarsi concitato di fasi istituzionali e fasi rivoluzionarie, poltrone da ministro italiano e megafoni secessionisti, urla contro "Berlusconi mafioso" e cenette fraterne ad Arcore, retate di camorristi e pallottole ai giudici, provincialismo bonario e odio etnico allo stato puro, il solo elemento leggibile è l´avventura di un gruppo di vecchi amici che cercano, a qualunque costo, di rimanere a vita sulle prime pagine dei giornali e conservare qualche seggio a Roma. A cosa serve la Lega? Serve alla Lega. 

LA REPUBBLICA del 7 gennaio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
È UN PERIODO STORICO – almeno per questo Paese – davvero sorprendente. Le carte si rimescolano fino al paradosso. Contro Equitalia e il fisco cinico e baro si ritrovano fianco a fianco i bombaroli postali e gli impellicciati nullatenenti beccati a Cortina. Certi volantini insurrezionalisti, e certi orfani della destra di governo. Si presume non frequentino gli stessi circoli, né che abbiano gli stessi autori di riferimento, anche se in qualche maniera coltivano tutti quanti il sogno anarchico di fare a meno dello Stato e delle sue regole. In rete e su qualche quotidiano molto combattivo si leggono, sulla crisi in corso, cose molto di sinistra contro le banche e la finanza. Che paiono ben dette, e condivisibili, fino a che ti rendi conto che vanno a lambire il famoso complotto pluto-giudaico, e in quelle acque putride rischiano di nuotare fianco a fianco con il paranoico nazista, o con il leghista che dà i numeri. Periodo sorprendente, dicevo, ma anche faticoso. Che richiede discernimento, intelligenza, e cura delle proprie parole. La recessione è una malattia dell´economia che diventa facilmente malattia della psiche collettiva. Per i sani di mente, la responsabilità raddoppia. 

LA REPUBBLICA del 28 gennaio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  L'Amaca
Grandi risate, ieri mattina in edicola, vedendo il titolone del Giornale che replica così allo Spiegel: "Noi abbiamo Schettino, voi avete Auschwitz". Con il mio amico P, entusiasti di poter cominciare la giornata con un fuori programma così ameno, abbiamo divorato (a scrocco) l´editoriale di Sallusti contro i maledetti crucchi. Mancavano cenni all´evidente sovrappeso delle tedesche, alla dieta di soli wurstel e krauti, alla pessima qualità cromatica delle loro giacche. Il resto c´era tutto, e finalmente il giorno della memoria poteva uscire dal chiuso delle commemorazioni compunte, e faceva il suo ingresso trionfale nei bar con biliardo. Il mio amico P ed io ci auguriamo che il gemellaggio Spiegel-Giornale possa tracciare un solco e indicare una strada, così da vivificare le rassegne stampa del mattino. Senza voler rubare il mestiere a Sallusti, vorremmo ricordagli che la materia da trattare è davvero tanta: se i tedeschi sono tutti nazisti, i francesi sono boriosi e parlano col pernacchio, gli slavi violenti e alcolizzati, gli inglesi hanno la bocca a culo di gallina, i belgi sono pedofili, gli scozzesi avari, i polacchi bigotti, gli arabi urlano mulinando la scimitarra, i cinesi mangiano i cani e i vicentini mangiano i gatti. Le bolognesi la danno facile. 
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