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L’ESPRESSO del 4 marzo 2001

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Uno chansonnier sui barconidi
Per allietare i migranti nel Mediterraneo, il nostro premier propone di dotare le loro navi di un pianoforte con il quale intonare i celebri brani di Trenet. Ma l’Onu interviene: "Non si può infliggere anche questa tortura"(04 marzo 2011) Panico in tutto il Maghreb alla notizia che l’Occidente intende occuparsi attivamente del futuro dei popoli arabi. Nel corso degli ultimi secoli lo ha fatto invadendo Africa e Asia, vendendo armi a sceicchi debosciati e dittatori pazzi, disegnando i confini degli Stati con il lapis e il righello. Pare che alcuni degli attuali Stati arabi siano frutto di una gomitata che ha accidentalmente urtato il tracciatore. In seguito al trattato di Casablanca i governi europei si sono impegnati a non tracciare mai più confini con il lapis, promettendo di usare il pennarello. Ma vediamo gli scenari futuri.
 
Europa. Le infrastrutture sono da tempo il core-business tra Italia e Libia, e difatti il governo provvisorio libico si è impegnato a ricostruire la Salerno-Reggio Calabria. In cambio, l’Italia dovrà annullare l’imminente visita di Berlusconi a Tripoli: il nostro premier è molto malvisto nel mondo musulmano per avere fatto lievitare a dismisura il prezzo degli harem. La Francia guarda con fiducia al futuro dei Club Méditerranée, che sono quanto rimane del suo impero coloniale: i vari eserciti di liberazione non hanno mai osato penetrare nei villaggi turistici per il terrore che gli animatori li coinvolgessero nei loro giochi. La Germania teme molto l’avvento di regimi islamisti perché questo darebbe la mazzata finale al sogno, mai sopito, di esportare würstel nei paesi arabi. Il Belgio, diviso da una feroce faida tribale tra valloni e fiamminghi, ha chiesto aiuto alla Lega Araba per risolvere la propria difficile situazione interna.
 
Usa. Sarah Palin, sostenuta dai Tea Parties, riconoscendo che il grande numero di Paesi arabi in fibrillazione rende molto complessa e delicata la situazione, ha proposto di bombardare un paese estratto a sorte. Ma la richiesta non ha potuto passare al vaglio del Congresso per un vizio di forma: la Palin aveva inserito tra i paesi arabi anche El Salvador e il Borneo. L’amministrazione Obama si distingue fortemente dalle precedenti perché i suoi esperti sanno dire correttamente "Maometto" e "minareto", impressionando favorevolmente la Lega Araba che non si aspettava una svolta così radicale nella politica estera statunitense. George Bush invece di minareto diceva oteranim perché gli avevano detto che l’arabo si scrive al contrario.
 
Emigrazione. Le associazioni umanitarie si sono rivoltate all’unisono contro la proposta di Berlusconi di munire ogni imbarcazione di migranti di un pianoforte, per eseguire personalmente a bordo le canzoni di Charles Trenet. Durissima la dichiarazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite: "� inaccettabile voler trasformare un viaggio della speranza in una condizione disperata come quella del crocerista". Gli eredi di Trenet gli hanno fatto inoltrare l’ennesima diffida legale, al termine di una contesa giudiziaria iniziata cinquant’anni fa, dopo la primissima esecuzione trenettiana di Berlusconi. Secondo gli esperti il processo che potrebbe essergli fatale è proprio l’imminente processo Trenet che si aprirà a Parigi in aprile, piemme la giudice Ilde Beau-Cassine. Mossa umanitaria della Lega, che per bocca di Borghezio ha promesso di non opporsi a nuove ondate di esuli dal Maghreb purché arrivino in Europa attraverso gli oleodotti.
 
Scambi culturali. Sull’altra sponda del Mediterraneo è molto seguito il telegiornale di Emilio Fede, perché vedendolo le masse arabe possono finalmente riscattarsi da ogni complesso di inferiorità nei nostri confronti. Più numerose le difficoltà e le incomprensioni tra le due culture. A Parigi si discute molto della durissima polemica scatenata da Bernard-Henri Lévy contro il mondo arabo dopo la forzata rinuncia alla presentazione, in un villaggio yemenita, del suo nuovo saggio "Après Sartre": le capre avevano mangiato le dieci copie spedite dall’editore. 

L’ESPRESSO del 11 marzo 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
All’opposizione dei box stile Robin
Da Roma a Napoli a Locri si estende a macchia d’olio lo scandalo degli affitti di favore. La casta non arretra neppure di fronte all’evidenza. E a Milano la Moratti propone… (11 marzo 2011) Gabriele MorattiSempre più inquietanti i retroscena di Affittopoli. Nella capitale sono venuti alla luce affitti di favore risalenti all’epoca imperiale: Mariuccia Caracalla, discendente diretta dell’imperatore, paga per una casa al Colosseo una pigione di favore ancora calcolata in sesterzi. "Non è colpa mia," si difende la signora," se non esistendo più i sesterzi la mia famiglia non può più pagare l’affitto a partire dal sesto secolo".
 
Milano. Per tacitare le polemiche sul figlio, che ha trasformato un capannone in una villa in stile Batman, il sindaco ha messo a disposizione dell’opposizione alcuni box arredati secondo il gusto di Robin. La Lega conferma l’appoggio alla Moratti purché preservi le radici padane costruendo alloggi popolari in stile Bertoldo, con salami appesi e poster di Calderoli. Quanto alle case del Pio Albergo Trivulzio, l’amministratore unico, cognato di Mario Chiesa e cugino di Craxi, nega che le parentele possano avere influito sull’assegnazione degli alloggi. Secondo il Comune il patrimonio immobiliare della Baggina, compresi 40 attici a Brera, sarebbe frutto di donazioni delle vecchiette ricoverate nell’ospizio milanese. "Solo per disinfestarle dai gatti, rimuovere il televisore a valvole e smaltire tra i rifiuti speciali i centrini all’uncinetto, i nostri affittuari hanno speso un patrimonio. Non possiamo pretendere un canone troppo alto".
 
Roma. Gli enti benefici difendono la scelta di avere concesso i loro alloggi a politici e parenti dei politici: "Se no, perché ci chiameremmo enti benefici?". Emergono alcuni casi limite. Il senatore Sbargnana, che abita a Prati in un quadrilocale a 500 euro al mese, aveva capito che i 500 euro gli erano dovuti e li riscuoteva ogni primo del mese. Una palazzina dell’Ente Circo, destinata secondo statuto a trapezisti e acrobati, è stata sgomberata dalla Finanza che l’ha trovata occupata da un sottosegretario: a nulla sono valsi il travestimento da domatore e l’orso ammaestrato che ha aperto la porta agli agenti. Alcuni istituti sono anche accusati di pessima manutenzione: diversi appartamenti dell’Ente di Bonifica delle Paludi Pontine risultano allagati.
 
Vaticano. Secondo voci insistenti, un affittuario tedesco avrebbe a sua disposizione un intero quartiere, a soli dieci minuti dal centro, per il quale non pagherebbe un solo euro di affitto. Si tratta di un enorme palazzo con annessa basilica, musei e giardini, cappella affrescata da Michelangelo, doppio colonnato e prestigioso affaccio sul sagrato. Richiesto di spiegazioni, il facoltoso straniero ha sostenuto di avere regolarmente vinto il bando di assegnazione grazie ai molti punti in graduatoria, dovuti a un vecchio sfratto esecutivo da Avignone.
 
Napoli. La Cassa per il Mezzogiorno, benché sciolta da diversi anni, possiede ancora un centinaio di bassi di 15 metri quadrati ciascuno. Collegati da un tunnel, formano un unico appartamento di 1.500 metri quadrati nei quali l’assessore Cammaruolo e i suoi familiari circolano in automobile addebitando al Comune le spese per la benzina. Un consigliere regionale, sorpreso con la moglie mentre dormiva sul palcoscenico del Teatro Mercadante allestito per "Filumena Marturano", si è difeso sostenendo di essere Eduardo De Filippo. Ma non ha saputo giustificare le opere in muratura, i doppi servizi e la presenza di un grosso rottweiler, non previsto dal copione.
 
Locri. La famiglia Strangolo, che controlla l’assegnazione di tutti gli alloggi della Locride per meriti commerciali (suo il brevetto della cocaina spray), ha messo in vendita a scopo benefico tutte le ville-bunker progettate e arredate da Ciccio Mostrace, l’architetto della ‘ndrangheta, con stoviglie Jacuzzi (la minestra fa le bolle), sedie tigrate, piante carnivore, esponenti della cosca nemica impagliati e letti motorizzati che consentono di dormire in stanze diverse nella stessa notte. Per ora non si trovano acquirenti, ma si è fatto vivo un intermediario della famiglia Putin. 

L’ESPRESSO del 11 giugno 2010 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News

 

Povero Saviano tra Fede e Califano

 


Marco BorrielloMarco Borriello


Dopo il calciatore Borriello, anche la cantante di pianobar Priscilla e il ventriloquo Jack Tabarini insieme al suo pupazzo Sbrendolo hanno criticato pubblicamente Roberto Saviano. Le accuse sono le più varie e fioccano ormai da tutta Italia. La principale è di avere tradito la fiducia del pubblico rimanendo ostinatamente in vita nonostante l’implicita promessa di morire eroicamente. 
"Questo discusso atteggiamento dello scrittore della Bassa Italia", spiega su "Libero" il columnist Gino Mica, "non può mica essere di esempio ai nostri giovani, che chiedono coerenza e mica chiacchiere. Se uno non ha mica le balle di ferro, allora mica deve mettersi in mezzo a dire e a fare che lui qui e lui là. E il popolo queste cose mica le manda a dire". Seppure malvisto da molti lettori per i suoi eccessi di intellettualismo, Mica è considerato il più autorevole commentatore di area leghista. Ma vediamo di aggiornare l’elenco degli attacchi a Saviano.

Califano Il popolare Califfo, pur manifestando una certa simpatia per chi dedica tanta attenzione alla malavita, ha espresso una affettuosa critica a Saviano: "Parlare male di Napoli è troppo facile. Perché non ha parlato male della Norvegia? Non lo fa nessuno, sarebbe stato più originale".

Un passante Intervistato da "Studio Aperto" nella rubrica di approfondimento "Venti secondi", un passante di Tivoli che stava uscendo da una tabaccheria ha dichiarato: "Non saprei, quale libro? 
Non conosco Sogliano, scusi ma la telecamera è accesa?". La cartomante e psicologa di "Chi" Tatiana Maroscia, presente in studio, ha commentato che la popolarità di Saviano è in evidente calo.

Un altro passante
 Intervistato dal Tg5 nella rubrica di approfondimento "Trenta secondi, in casi eccezionali addirittura quaranta", un passante di Tivoli che stava entrando in una tabaccheria ha risposto: "Ma l’ho già detto ieri alla sua collega, non so di che cosa parlate, chi è questo Taviano?". Il conduttore in studio ha sottolineato l’impressionante aumento delle opinioni contrarie a Saviano tra gli italiani. 

Sempre un passante Intervistato dal Tg4 nella rubrica di approfondimento "Fede spiega Fede", un passante di Como che fumava davanti a una tabaccheria ha dichiarato: "Ma allora è una persecuzione! Ieri ero a Tivoli, oggi sono qui a trovare dei parenti, possibile che dovete chiedere sempre a me chi è questo Mariano?". Emilio Fede, appena riavuta la linea, ha dichiarato chiuso il caso Saviano: "Non lo conosce nessuno. Se ne è parlato anche troppo".

Gli astri L’astrologo Gianni Masulich, rispondendo a un’ascoltatrice radiofonica che gli chiedeva l’oroscopo di Paola e Chiara, ha risposto che Paola e Chiara, secondo gli astri, avranno un mese di giugno fortunato, qualche piccolo guaio sentimentale e svilupperanno una forte antipatia personale per Roberto Saviano, i suoi libri e i suoi lettori.

Roberto Salviano È lo pseudonimo scelto da un giovane scrittore di Pozzuoli, autore del recentissimo caso editoriale "Go! Morra", un romanzo sulla camorra uscito il mese scorso, praticamente identico a "Gomorra" salvo che per un dettaglio: tutte le storie sono ambientate a Pozzuoli. Salviano accusa Saviano di averlo copiato di sana pianta.

Fausto Rattini Tartini Con un articolo sul "manifesto" l’anziano e indomito critico (espulso dal Gruppo 63, pur essendone fondatore, a causa dei suoi feroci attacchi al documento costitutivo, da lui scritto) attacca Saviano per avere confuso testo e paratesto, in un contesto influenzato dal pretesto. L’accusa, considerata gravissima, ha prodotto una feroce disputa tra i lettori del quotidiano comunista, i redattori, i direttori in carica e gli ex direttori. L’intero carteggio sarà raccolto in un numero speciale del "manifesto" che andrà in edicola al prezzo politico di 2 mila euro
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L’ESPRESSO del 4 febbraio 2011

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News

Ma quale Silvio d’Egitto

Preoccupato per gli accadimenti al Cairo, il presidente del Consiglio ha deciso di puntare sulle Sorelle Musulmane, alle quali dedicherà un casting. Inoltre vuole portare la pace con una serie di barzellette sui cammelli e regalando confezioni a piramide di Ferrero Rocher

Berlusconi e MubarakBerlusconi e MubarakSilvio Berlusconi segue con grande curiosità i fatti egiziani. Dopo avere chiesto ai suoi esperti di politica internazionale come mai i manifestanti non sfilano di profilo, ha fatto una telefonata preventiva alla Questura del Cairo per raccomandare l’immediato rilascio di Mubarak in caso di arresto: "È lo zio di una mia carissima amica", ha spiegato al centralinista, "e se ve lo portano manderò io una persona di mia fiducia a ritirarlo".

L’incaricata sarebbe la contorsionista egiziana "Karima", al secolo Marisol Pinariello, una truffatrice internazionale che Berlusconi ha fatto eleggere consigliere comunale a Suez dopo avere visto una sua foto su un calendario per elettrauto. Sarà lei a salvare l’amico Mubarak, portandolo in salvo in una delle residenze di Berlusconi in Medio Oriente? Di certo, il nostro premier non vuole lasciare nulla di intentato per aiutare l’anziano collega, conosciuto tanti anni fa a Montevideo in occasione di una convention di tiranni, despoti e dittatori alla quale Berlusconi tiene a precisare di avere partecipato solo come osservatore.

A parte il rapporto personale con Mubarak, al quale Berlusconi non manca mai di far recapitare, a Natale, la confezione a piramide di Ferrero Roché, molte altre ragioni legano fortemente il nostro premier all’Egitto. 

Le mummie Il processo di imbalsamazione ha sempre affascinato Berlusconi, che ha cercato, con successo, di adottarlo ancora da vivo. Per esempio, la sostituzione della capigliatura con una calotta laccata è stata effettuata con lo stesso procedimento usato per la maschera mortuaria del faraone Kafonkhamon III, della seconda dinastia. Un altro faraone, Buhrinaton I, aveva introdotto, solo per le mummie di stirpe regale, la doratura del pene e la sostituzione del cervello con preziosi trucioli di legno di sandalo, non potendo immaginare che 3 mila anni dopo quella pratica sarebbe stata sperimentata su un essere vivente. La tiratura della pelle del viso con la tecnica del torchio per tendere i papiri, processo molto lungo e doloroso, è stata invece sperimentata su tre cavie umane sorteggiate tra Capezzone, Bonaiuti e Cicchitto. 

 

La cultura Berlusconi ha fatto dono a Mubarak dei diari autentici di Tutankhamon, scoperti da Marcello Dell’Utri su una bancarella di Porta Portese. Si intitolano "Er mejo sarcofago è er mio!". Nonostante siano battuti a macchina, è perfettamente riconoscibile lo stile dell’epoca, specie nel capitolo dedicato ai ristoranti sul Nilo, con spiritose annotazioni sulla mania di coprire di ketchup piccante il pesce andato a male. Marina Berlusconi ha anche voluto acquistare, per la Mondadori, l’autobiografia di Omar Sharif, sostenendone la candidatura al Nobel. Più complicata l’acquisizione della biblioteca di Alessandria. La città piemontese, amministrata dalla Lega, si è detta all’oscuro di fantomatici incendi e devastazioni della sua biblioteca comunale, che è in ottimo stato. 

Gli affari Molto stretti i rapporti commerciali tra l’Italia di Berlusconi e l’Egitto di Mubarak. Il governo egiziano è riuscito a piazzare un contratto miliardario per esportare in Italia sabbia per clessidre. Berlusconi è interessato a ristrutturare le piramidi, oggi in stato deplorevole, dotandole di videocitofono, ampie finestre, scale mobili esterne e un ristorante panoramico sulla vetta. Il premier ha anche proposto la costruzione di un canale navigabile per facilitare il passaggio dal Mediterraneo al Mar Rosso. Avrebbe individuato la zona ideale nelle vicinanze di Suez.

La politica Saputo della forte influenza dei Fratelli Musulmani, Berlusconi è stupito dallo scarso peso delle Sorelle Musulmane, formazione politica con la quale sarebbe disposto a intrecciare rapporti molto cordiali. Per i prossimi, delicatissimi summit internazionali, nei quali si deciderà il futuro dell’Egitto e dell’intero mondo arabo, Berlusconi si sta preparando minuziosamente. Ha mandato a memoria una dozzina di barzellette sui cammelli e regalerà scherzosamente ai leader musulmani presenti un salame di Varzi, spiegando che non è per uso alimentare, ma è un regalo per le loro mogli.

L’ESPRESSO del 18 febbraio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Immigrati, ci pensa la Brambilla
 
Per reagire agli sbarchi dei tunisini, la ministra del turismo proporrà presto una controinvasione di italiani a Djerba, con buffet tutto compreso. Marchionne invece ha avuto l’idea di assumerli tutti, per farli lavorare 36 ore ore al giorno(18 febbraio 2011) Sbarchi a LampedusaLa nuova ondata di migranti pone seri problemi alle autorità italiane. "Sono solo pochi radical chic addestrati nei salotti di Tunisi", ha dichiarato il ministro Gelmini. Ma secondo le prime verifiche i radical chic infiltrati sarebbero solo tre su cinquemila, subito identificati dalla polizia perché erano fradici di sudore a causa del kaftano di cachemire. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di tre latitanti di Mazara del Vallo travestiti, giunti in Italia per partecipare al Festival di Sanremo su invito di Fabrizio Corona. Quanto agli altri migranti, non chiedono lo status di rifugiati politici ma quello, molto più efficace in Italia, di nipoti di Mubarak, presentando documenti falsi. Alcuni hanno anche ritoccato la fotografia, aggiungendo un paio di tette, considerate il vero lasciapassare per il nostro Paese. Poiché il Parlamento, approvando una proposta del Pdl, ha appena sancito che soccorrere i nipoti di Mubarak è doveroso, il governo italiano si vede costretto a regalare a ogni nuovo immigrato un ciondolo Swarovsky e una busta con settemila euro, trattabili secondo l’uso arabo.
 
Rapporti con la Tunisia Il ministro Maroni ha reagito indignato alla nota ufficiale del governo tunisino, che l’ha definito "rappresentante della destra razzista". "Io non parlo con gli arabi", la sua secca replica. Per rimediare all’impasse, la Lega ha rilanciato l’idea di inviare in Tunisia forze di polizia italiane: un corpo speciale, con fez e moschetto, è già pronto al porto di Lampedusa, ma a causa dei tagli di Tremonti si dovranno riutilizzare gli stessi gommoni a remi usati dai migranti. L’arrivo degli italiani in Tunisia è previsto per il prossimo Natale.
 
Reciprocità Il nostro governo insiste sul principio della reciprocità. Per ogni sbarco di maghrebini in Italia, verrà allestito uno sbarco di migranti italiani nel Maghreb. Già pronti decine di migliaia di ricercatori e borsisti, con la caratteristica sacca Vuitton completamente vuota che ci rende riconoscibili all’estero. Per ristabilire la parità anche negli annegamenti, saliranno a bordo di appositi barconi già bucati con il succhiello dal Genio militare.
 
Guerra L’ipotesi di una guerra preventiva con la Tunisia, sul modello dell’invasione dell’Iraq, si fa strada nei settori più responsabili del governo, in contrasto con i falchi che vorrebbero invadere anche l’Algeria, il Marocco e l’Egitto con l’appoggio del fedele alleato libico. Un’invasione della sola Tunisia, fa osservare il ministro del Turismo Brambilla, avrebbe costi molto contenuti grazie ai tanti pacchetti last-minute delle agenzie turistiche. Brambilla e La Russa stanno studiando l’occupazione militare di Djerba in bassa stagione, con buffet tutto compreso (escluse le bevande).
 
Lavoro Il comparto delle escort, fiore all’occhiello del made in Italy, non sembra adatto ai nuovi arrivati, vuoi perché maschi, vuoi perché parlano un italiano troppo forbito per essere adatti alle conversazioni di Arcore. Per mostrare buona volontà, la Lega ha proposto di destinare gli immigrati arabi alla raccolta di datteri e all’allevamento dei cammelli. La replica dell’opposizione, che ha fatto osservare che da noi non ci sono datteri né cammelli, è stata giudicata strumentale dal governo, stanco di avere a che fare con un’opposizione che sa dire sempre e solo no.
 
Fiat Un nuovo stabilimento Fiat in Tunisia darebbe ventimila posti di lavoro in loco, alleggerendo la pressione migratoria. I sindacati locali El Cisl e El Uil si sono detti entusiasti. El Fiom chiede un referendum per sapere se gli operai tunisini sono favorevoli o contrari all’orario proposto da Marchionne: trentasei ore, ma quotidiane. Nei nuovi stabilimenti verrebbe prodotta la Miraggio, una elegante station-wagon che svanisce appena il proprietario inserisce le chiavi nella portiera. 
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